Biogas o Biotruffa?

Gli impianti di digestione anaerobica (in assenza d’aria) delle biomasse per produrre biogas (metano e altri gas), siano esse da FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) o da qualsiasi altro organico, creano gravi conseguenze su ambiente e salute, non diversamente da ogni combustione, in particolare producono:

 emissioni inquinanti gassose
scarti inquinanti liquidi e solidi
incremento reale dell’effetto serra

1) Le emissioni inquinanti gassose, pre-post combustione, minimizzate come “trascurabili” da tutti gli interessati al banchetto degli incentivi, sono invece presenti e come!, con tutto il loro carico venefico:
Anzitutto decine e decine di molecole organiche (
espresse comeCOT, limite150 mg/Nm3) inglobate nel particolato e in particolare nelle nanopolveri.
Mercaptani,
aldeidi, alchilsolfuri,idrocarburi alifatici,acidi grassi sono solo alcune delle sostanze volatili nocive e/o irritanti presenti. Quelle più pericolosecomprendono gli idrocarburi clorurati e aromatici (benzene) cancerogeni.

I frutti avvelenati delle “innovative” e decantate tecniche di filtrazione dei fumi sono le nanoparticelle. La legge le ignora e, come trent’anni fa, fissa dei limiti per il solo particolato più grossolano (PM10: limite 10mg/Nm3), quello meglio bloccato dai filtri. E’ una presa per i fondelli se si pensa che i pericoli maggiori provengono dalle nanopolveri (più piccole di un micron) che nessun filtro riesce a fermare ma ci sono, sono tante e penetrano a fondo nei polmoni, nelle cellule.

Presenti anche l’ossido di carbonio potente veleno (COlimite 800mg/Nm3), che per quanto minimizzabile con catalizzatori ossidanti non scende mai sotto i 500-650 mg/Nm3, gli ossidi di azoto (NOxlimite 500mg/Nm3) i cui valori sono sempre vicini se non superiori ai limiti massimi e per impianti ≤1mega watt sono ben 35kg/giorno (quantità di emissioni che corrisponde ai fumi prodotti da 10.000 automobili che in un giorno percorrono una distanza di 20 km), l’ammoniaca che per quanto in parte abbattuta si ritrova sempre nei gas emessi. Idem per l’idrogeno solforato (H2S). (Secondo l’International Energy Agency – IEA Bioenergy i biogas da biomasse contengono in media intorno a 10.000 ppm di H2S e circa 200 ppm di ammoniaca).I desolforatori usati negli impianti non fanno sparire il gas solfidrico, bene che vada ne intrappolano una parte come residuo solido tossico e nocivo (costituito da solfuri metallici) da smaltire.

2) I liquidi e i solidi di scarto del ciclo sono di forte impatto inquinante, in primis i percolati, costituiti da alte % di azoto ammoniacale, metalli, salinità. Tutti gli impianti a biomasse-biogas riciclano sulla massa in digestione parte dei percolati. Risultato: il cosidetto “compost di qualità” è una bomba ecologica a tempo sparsa nei terreni agricoli che avvelenerà piano piano.
L’impatto sarà ancora più devastante per gli impianti
(vedi Volsca di Velletri) che utilizzano anche organico da FOS (Frazione Organica Stabilizzata). Il nome non inganni, non c’è niente di stabilizzato, quell’organico proviene da TMB (Trattamento Meccanico Biologico) nemico giurato della raccolta differenziata porta a porta ed è pieno zeppo di inquinanti di tutti i tipi che finiscono nei percolati e poi nel digestato. Fare compost da quel digestato è criminale. Riportarlo in discarica, come spesso avviene, lo è altrettanto perché significa imporre ancora una volta la sopravvivenza di questi mostri.

La depurazione o la filtrazione per osmosi dei percolati eccedenti non risolve il problema perché il ritenuto osmotico, pari in genere al 25-30% (es.Biovis di Ariccia), è un vero e proprio rifiuto tossico e nocivo da smaltire, di cui nessuno parla. Idem per i filtri e biofiltri esausti, saturi delle sostanze tossiche sviluppate durante la digestione o combustione, inevitabilmente da smaltire in discariche speciali.

 3) Gli ossidi di azoto e il monossido di carbonio, al pari dell’anidride carbonica hanno un impatto serra rilevante. La storia ridicola del preteso “impatto zero”L’anidride carbonica emessa sarebbe uguale a quella catturata dalle pianteda cui proviene l’organico – nasconde il fatto che il compostaggio aerobico storico, alternativo alla digestione anaerobica, non produce gas serra e mantiene il carbonio e l’azoto in forma organica, oro per le piante.

C’è infine un aspetto da considerare: molti impianti a biomasse-biogas (vedi quelli proposti a Guidonia) utilizzano materiale organico vergine da sempre destinato all’uomo o agli animali. Incenerire preziose risorse alimentari di fronte ai milioni di persone cui manca il minimo vitale per sopravvivere è frutto di puro cinismo criminale.

Nel mondo si stanno deforestando migliaia di ettari di terreni vergini per impiantare coltivazioni di piante quali la palma da olio, il cartamo o la canna da zucchero. Il tutto per ottenere carburanti o direttamente energia elettrica.
Lo sconvolgimento degli equilibri ambientali, a partire dal clima e dalla fertilità del terreno, è terrificante.
In vaste zone d’Europa e si sta sottraendo terreno prezioso all’agricoltura alimentare per coltivare colza, girasole, mais e bietola da zucchero destinati a “biocarburanti” per motori a benzina e diesel. Naturalmente di bio non c’è nulla.
Per dirla chiaramente c’è solo un modo corretto di rispettare gli equilibri delicatissimi e ormai sconvolti del nostro mondo. Smettere di bruciare qualsiasi cosa, senza se e senza ma, perché qualsiasi combustione genera inquinanti e gas serra.