Dall’assemblea del 13/10/2012 al teatro Volturno, Roma

Report dell’assemblea di Sabato 13 Ottobre

Situazione

Si è fatto un primo giro di interventi introduttivi di aggiornamento sulla situazione delle varie vertenze e si è dipinto un quadro generale che prevede un futuro aggravarsi della situazione sia in Lazio che in Campania.

presenti

Campania:

  • Movimento difesa del territorio di Terzigno,
  • Rete campana SaluteAmbiente
  • Comitato Castagnaro di Quarto
  • Cittadini campani per un piano alternativo dei rifiuti

Lazio:

  • Comitato Rifiuti 0 Ladispoli
  • Comitato Popolo33 di Fara Sabina
  • Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
  • Comitato Rifiuti 0 Cerveteri
  • Comitato Risanamento ambientale di Guidonia
  • Comitato di Malagrotta
  • Comitato Rifiuti 0 Fiumicino

Nel Lazio il piano rifiuti tende a delocalizzare lo smaltimento dei rifiuti di Roma sugli altri siti ed impianti della regione, mentre si cerca la prossima discarica della capitale che ora minaccia di aprirsi a Monti dell’Ortaccio, a due passi da Malagrotta. Grossi progetti sembrano in crisi, l’inceneritore di Malagrotta è fermo (probabilmente rotto) e quello di Albano bloccato per mancanza di fondi, allo stesso tempo stanno prolificando centinaia di ipotesi di impianti di combustione a biomasse (spesso ottenute dalla FORSU) di circa un megawatt, sono 140 solo in provincia di Roma. In alcuni interventi sono state denunciate le ingerenze che le aziende coinvolte esercitano sugli enti di ricerca, come ad esempio il CNR, preposti alla caratterizzazione ambientale dei siti.

In Campania la mobilitazione sta attraversando un periodo di bassa, anche per l’effetto, a Napoli, delle promesse e della propaganda attuata dal sindaco De Magistris sulle buone intenzioni e sull’adesione della città a rifiuti zero. Sebbene sia vero che la regione soffra di scarse risorse e nel caso del comune di Napoli di un profondo deficit (3 miliardi di euro), non si può non notare che mentre si trovano fondi per i grandi eventi volti a cambiare l’immagine della città, sui rifiuti non c’è stata alcuna vera inversione di tendenza: se si eccettua un piccolo impianto ad Eboli appena finito, non sono stati aperti impianti di compostaggio a servizio della città che più produce monnezza, non c’è stato il revamping degli STIR, ci si avvia all’apertura di nuove discariche, all’ampliamento di quelle ancora operative e persino alla riapertura temporanea delle discariche di Chiaiano e Terzigno, la raccolta differenziata è ferma al 25% e peggiora in qualità del servizio, rimane in piedi il progetto di costruire gli inceneritori previsti dal piano, compreso quello di Napoli nonostante il no di De Magistris. Allo stesso tempo la soluzione temporanea ed economicamente onerosa che si è adottata è l’invio via nave della mondezza all’estero. La spedizione che finora era avvenuta dal porto di Napoli la si vuole spostare al porto di Torre Annunziata, già con gravi problemi di viabilità, con il passaggio dei camion (e percolato garantito) nelle vie della città; questa decisione sta provocando forti reazioni nella popolazione locale. Le istituzioni, a partire dal commissario straordinario incaricato a trovare i siti per le nuove discariche, si comportano in maniera ambigua e “prudente”, rilasciando poche dichiarazioni e lavorando dietro le quinte per tentare di procedere senza reazioni della popolazione all’apertura di nuove discariche ed alla piena realizzazione del piano rifiuti regionale. Le uniche proteste che per ora sono molto attive sono nella Terra dei Fuochi – area a nord di Napoli- contro la combustione di rifiuti tossici nelle campagne e nelle discariche abusive a cielo aperto; anche in Campania, si sta ponendo la necessità di opporsi alla costruzione di impianti a biomasse mentre sono già attivi comitati contro le nuove trivellazioni per estrazione di petrolio o, caso di Napoli, per la geotermia. Passate esplorazioni ad oltre mille metri nel beneventano, una volta interrotte, sono state utilizzate come discariche di tossici. Inoltre anche in questa regione si segnala l’asservimento di cosiddetti scienziati agli interessi degli inceneritoristi, sopratutto per quel che riguarda la II università di Napoli e l’ARPAC.

A proposito della partecipazione alla manifestazione del 27 Ottobre, si è deciso che, anche se molte persone presenti in assemblea parteciperanno al corteo, è ancora troppo presto per pensare di creare spezzoni unitari.

Analisi

L’analisi che si è fatta della situazione è che l’attuale crisi economica sta provocando un riassetto del sistema di produzione, distribuzione e smaltimento rifiuti, rimodulando il processo di appropriazione delle risorse naturali da un modello a grandi impianti industriali ad una rete di piccoli impianti che più facilmente accedono ad incentivi, hanno procedure amministrative semplificate e quindi riescono più facilmente ad essere realizzati.

Tutto questo dal punto di vista amministrativo viene, nei fatti, incentivato dall’emissione di due decreti ministeriali: il decreto ambiente ed il decreto crescita, nonché dalle modifiche al decreto 152/2006 con cui si liberalizzano le trivellazioni, si permette di bruciare negli inceneritori come nei cementifici l’oscuro combustibile CSS, si stornano i finanziamenti che negli scorsi anni erano dedicati al fotovoltaico agli impianti a combustione di rifiuti e di biomasse, con maggiori contributi verdi al kilowattora per gli impianti sotto il megawatt, si rimodulano le multiutility per accorparle e renderle più appetibili nella prevista privatizzazione. Segnaliamo anche il pericolo di riforma del titolo V della costituzione, ben propagandato come soluzione degli sprechi delle regioni in un periodo in cui lo scandalo Fiorito è assurto all’onore delle cronache. Questa riforma prevede tra le altre cose lo spostamento delle competenze sulla produzione dell’energia dalle regioni allo stato centrale. L’attacco ai territori è quindi legato a decisioni strategiche legate al piano energetico nazionale.

Proposte

Si è pensato quindi di articolare i prossimi appuntamenti di mobilitazione nella maniera seguente:

  • E’ necessario allargare la partecipazione ai vari comitati di resistenza popolare contro l’aggressione ai territori a livello nazionale, da portare a contribuire ai prossimi momenti decisionali, attraverso un MONNEZZA TOUR in Campania, nel Lazio, ma anche fuori. Non si sono ben stabiliti i modi ed i tempi di questa cosa, quindi ci dovremo coordinare in mailing list.
  • Produrre dossier comuni su incenerimento, discarica e impianti a biomasse, condividere tutto il materiale che si ha in mailing list, così da arrivare preparati per la prossima riunione di coordinamento delle realtà in lotta contro nocività e devastazioni ambientali.
  • Provare a discutere con i movimenti studenteschi per portare all’interno delle università il dibattito sull’asservimento di scienza ed enti di ricerca agli interessi di industriali ed inceneritoristi.
  • Creare un sito comune di coordinamento e controinformazione da abbozzare questo mese e rendere operativo alla prossima riunione.
  • Contattare altre reti e movimenti al di fuori di noi, discutere con il forum dei movimenti per l’acqua il 24-25 Novembre in occasione della loro assemblea nazionale, e sentire i movimenti che hanno dato vita al corteo a Ravenna contro la CMC e comitati vari di resistenza contro i piani energetici del governo.
  • Sabato 1 Dicembre – Teatro Volturno a Roma, prossimo incontro dei comitati, da allargare a tutti coloro che saremo riusciti a coinvolgere nel prossimo futuro per discutere dei punti precedenti e coordinarci per le mobilitazioni a seguire.
  • Metà Gennaio – creare una prima giornata di mobilitazione nazionale diffusa sui territori coordinata e chiamata in quanto tale.
  • Fine Gennaio – assemblea nazionale di valutazione complessiva delle mobilitazioni avvenute e di preparazione del corteo di primavera.
  • Preparare un volantino comune, un manifesto comune ed un appello unitario per la manifestazione.
  • Primavera – corteo nazionale da definire da qui a fine Gennaio.

Una bozza di piattaforma si può iniziare a discutere sui punti di contrarietà agli ultimi decreti ministeriali, contro il piano energetico nazionale, contro l’asservimento di università e enti di ricerca agli interessi di industriali ed inceneritoristi, contro le politiche di commissariamento ecc.

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